08 luglio 2010

Indagini sul Presente - Mostra presso la Piscina Comunale di Milano.


Figurazione Indipendente è un'avanguardia senza manifesto, un'avanguardia contemporanea. Quindi niente programmi, teoremi, dogmi a cui rimanere fedeli per raggiungere un qualsivoglia scopo. I ragazzi (prima che artisti, o in quanto tale artisti) rimangono fedeli a se stessi e alla contemporaneità, e su questi due poli si sviluppa un lavoro/tanti lavori che spontaneamente convergono.
La mia sensazione, nel breve tragitto che ho percorso insieme a loro, è che si tratti appunto di un nuovo genere di avanguardia: rizomatica, non concentrata ma sparsa, imbevuta e penetrata-penetrante totalmente nel multistrato del nostro inafferrabile presente. E in quanto tale anche aperta, a nuove influenze, nuove amicizie, nuove compenetrazioni, in un continuo definirsi e ridefinirsi.
Ogni anno si presenta, fatale e fortuito, un momento non cercato ma accolto e cavalcato, per riincontrarsi e confrontarsi.
Indagini sul Presente è la nuova mostra di Figurazione Indipendente: inaugurata lo scorso 17 giugno nello spazio al 39 di via Giacosa a Milano, è ora alla sua seconda tappa presso la Piscina Comunale, spazio indipendente dedicato a giovani artisti e curatori in zona Lambrate.
Lo spettatore si trova di fronte ad una molteplicità di opere, che sono molteplici visioni del reale: i lavori si susseguono senza una logica stilistica o cromatica, enfatizzando un senso del caos che pensavamo di aver lasciato fuori dalla porta. NO. Questo spazio espositivo non è uno spazio protetto, ma estremamente esposto.
Ci sono immagini di maschere che risalgono la corrente del tempo e portano addosso l'odore della polvere, bambole mutilate e coloratissime, volti in un primo piano imbarazzante, dove la carne e i lineamenti sembrano esplodere sotto il peso di un'interiorità fatta di troppa vita vissuta, esperienze, gioie e dolori, e una scatola che custodisce testimonianze di uno o mille viaggi, così vicina a noi nel suo essere non più accessibile, e raccontata da una minuziosa, quasi ossessiva catalogazione fotografica.
E' tutto estremamente chiaro in questa confusione e più che guardare la corrente da lontano è un tuffarsi dentro, quello che stanno facendo questi artisti, per non vedere tutto, ma un singolo frammento, che però sia vero e custodibile, e che qualcuno possa ricordare.

Elisa Genna

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